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MATTEO COLLURA
Quando nella notte del 15 gennaio 1968 la Valle
del Belìce tremò squassata dal terremoto,
Franco Panella, ragazzo spaventato, era là,
in mezzo a quelle case che crollarono.
Montevago è rimasto per lui il deserto
futuro, fantasma immobile eppure ammiccante: anche
un terremoto, come le guerre, non lasciano soltanto
terrore e orrore. Può essere un’occasione
di arricchimento interiore.
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